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Archeologia delle migrazioni contemporanee non documentate

L’archeologia delle migrazioni rappresenta una chiave di lettura per comprendere le trasformazioni sociali, geopolitiche e culturali della società contemporanea. Nel contesto italiano, la lettura archeologica delle migrazioni contemporanee non documentate, ad oggi assente, permetterà di riconoscere le tracce materiali di tale fenomeno come effettivo documento antropico (e non come mero “rifiuto”), chiedendo alla disciplina di ripensare se stessa e le proprie categorie entro nuovi confini spaziali e temporali.
Gli obiettivi del progetto di ricerca sono essenzialmente due: i) studiare in maniera organica l’esperienza dell’archeologia contemporanea in ambito internazionale per fornire un efficace quadro di riferimento e aprire un dibattito sulla necessità di sviluppare questa disciplina anche in Italia; ii) offrire il contributo della ricerca archeologica al tema delle migrazioni contemporanee non documentate, con un focus particolare sulle tracce materiali di tale drammatico fenomeno sul territorio italiano.
La prima di queste finalità muove dall’osservazione che in Italia nessuna delle “humanities” si sia negata la possibilità di indagare il contemporaneo con i propri strumenti e metodi tranne l’archeologia, e che non sia più procrastinabile, da parte della comunità archeologica italiana, una riflessione approfondita sul ruolo dell’archeologia nello studio della società contemporanea. Per questo motivo è indispensabile fornire una panoramica circostanziata delle esperienze che negli ultimi decenni hanno contribuito a definire i termini teorici e pratici di tale disciplina a livello internazionale.

La ricerca si muove su un terreno ancora inesplorato e per questo tanto pionieristico quanto ambizioso. Il fine è quello di promuovere una discussione concreta sul contributo che lo sviluppo dell’archeologia contemporanea in Italia può dare alla comprensione dei fenomeni della nostra epoca, in particolar modo per quanto concerne il tema delle migrazioni contemporanee non documentate, cioè quelle migrazioni che vedono coinvolti sia rifugiati politici che migranti economici, tramite rotte migratorie non ufficiali.
Attraverso il metodo archeologico, il progetto vuole riuscire a registrare e trattare in termini storici i siti e le tracce materiali dei migranti (siano essi gli oggetti personali lasciati lungo i viaggi, i mezzi di trasporto, gli elementi strutturali che definiscono nuovi confini e barriere spaziali nel paesaggio, i corpi dei migranti stessi, ecc…), richiamando l’attenzione sul loro significato, sulle strategie materiali e spaziali che definiscono, e sulle esperienze ad essi collegate.

Il potere critico delle archeologie del contemporaneo potrà in questo modo essere utilizzato per dare voce a tracce silenziose, legate ad eventi ed esperienze che, diversamente, rimarrebbero all’ombra della storia.
Il progetto mira inoltre anche a verificare le criticità e le eventuali limitazioni del metodo archeologico per ciò che concerne la raccolta, la gestione e l’interpretazione dei dati materiali delle migrazioni contemporanee.

A causa dell’emergenza sanitaria Covid19, il progetto ha subito un brusco rallentamento e le preventivate attività sul campo sono state ridefinite.

Attività sul campo:

Febbraio 2020: primo sopralluogo a Lampedusa 

Ottobre 2020: secondo sopralluogo e studio di fattibilità per la prima campagna di ricognizione di superficie.

20-29 Novembre 2021: Prima campagna di ricognizione archeo-antropologica a Lampedusa (progetto Archeologia di Confine)

21-29 Aprile 2022: Seconda campagna di ricognizione archeo-antropologica a Lampedusa (progetto ISOLA)

1 Ottobre- 21 Novembre 2022: Campagna etnografica a Lampedusa (progetto e-COOL )

Progetto a cura di:

Francesca Anichini francesca.anichini@unipi.it

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