Cosa facciamo

Il laboratorio MAPPA ha creato e gestisce il primo repository open-data italiano (MOD) con lo scopo di preservare e disseminare la documentazione prodotta durante gli interventi archeologici. Nei suoi anni di attività ha maturato una forte esperienza nelle attività di coordinamento di progetti di ricerca nazionali e internazionali come l’omonimo MAPPA project e il progetto ArchAIDE (H2020-RIA). Il laboratorio è un open-lab da sempre inclusivo e aperto a nuove idee da sperimentare nel campo della metodologia archeologica!

Progetti

Il Laboratorio MAPPA promuove e coordina progetti interdisciplinari in ambito nazionale e internazionale.
Un team di specialisti, coadiuvato da ricercatori e professionisti di altre discipline, conduce progetti
fortemente innovativi che spaziano dalle analisi spaziali, alla Digital Archaeology fino ai Big Data e all’applicazione di sistemi di deep learning all’archeologia.

Valutazioni

Il laboratorio MAPPA garantisce una solida esperienza nell’elaborazione di Valutazione di Impatto ARCHeologico (VIArch), effettuate tramite l’approccio integrato di metodologie e tecniche archeologiche: dalle ricerche bibliografiche e di archivio alla aereofotointerpretazione, dalle letture stratigrafiche alle analisi con software GIS. 

Open Data archeologici

L’archeologia libera e aperta deve essere la realtà della ricerca. La condivisione dei dati è l’unico modo per comprendere e riesaminare il processo interpretativo archeologico e per rispondere alle domande relative ai nuovi interventi. In una disciplina basata su metodi distruttivi, la mancanza di condivisione delle informazioni non solo inibisce la ricerca, ma rappresenta anche una tragica perdita di insostituibile conoscenza culturale e storica. Il Laboratorio MAPPA da sempre abbraccia la filosofia Open e vanta la creazione del MOD, il primo repository Open-Data italiano.

Registrazione, gestione e analisi matematica dei dati archeologici

Analizzare le trasformazioni dei territori nel corso dei secoli incrociando la fonte archeologica, quella storica, quella geologica e geomorfologica. Comprendere l’organizzazione spaziale e la zonizzazione delle città storiche che sono andate sovrapponendosi nel tempo e che oggi risultano sepolte o solo parzialmente visibili, per creare, attraverso l’utilizzo di strumenti GIS e processi di analisi numerica, carte predittive del potenziale archeologico. Approcci interdisciplinari per la valutazione del potenziale archeologico: il laboratorio MAPPA ha una grande tradizione di ricerca nell’archiviazione e categorizzazione dei dati archeologici, fino alla loro analisi attraverso strumenti GIS e metodi matematico/statistici, finalizzata al calcolo predittivo del potenziale archeologico.

Big Data archeologici

I Big Data permettono di apprendere cose che non siamo in grado di comprendere utilizzando piccole quantità di dati, grazie alle potenzialità offerte da software, hardware e algoritmi. Il loro utilizzo richiede un nuovo approccio archeologico: gestire grandi quantità di dati, accettare la complessità, passare dalla causalità alla correlazione. I Big Data informano, espongono schemi per l’interpretazione archeologica, sono una risorsa e uno strumento: data mining, text mining, data visualization, metodi quantitativi, elaborazione di immagini, ecc. aiutano a comprendere complesse informazioni archeologiche. I Big Data aprono nuove e inedite opportunità di lettura dei grandi fenomeni storici, permettendoci di ristabilire il ruolo sociale dell’archeologia.

Comunicazione, disseminazione e didattica dei dati archeologici

Saper raccontare storie, fornendo l’interpretazione della fonte materiale, a tutti i fruitori consapevoli o inconsapevoli del patrimonio che li circonda nel loro vivere quotidiano. L’Archeologia non può sottrarsi a questa funzione sociale. Produrre dati deve significare renderli riutilizzabili e leggibili (data visualisation). Significa anche farli parlare (storytelling) sia alla comunità scientifica sia ai cittadini. Il ruolo dell’archeologia oggi necessita nuove competenze in grado di allargare il proprio pubblico e di produrre racconti sempre più immersivi, anche attraverso l’utilizzo degli strumenti della contemporaneità.

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