Confini archeologici del presente. Migrazioni e narrazioni nel Mediterraneo Centrale
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Francesca Anichini
Laboratorio MAPPA – Dip. di Civiltà e Forme del Sapere, Università di Pisa
Lampedusa ha da sempre un ruolo strategico come punto di approdo e, dal XX secolo, come avamposto militare e politico. Dagli anni ’90 del Novecento, con l’entrata in vigore del trattato di Schengen e il progressivo affermarsi delle politiche di protezione della cosiddetta Fortress Europe, l’isola diventa frontiera, inserita suo malgrado nelle nuove dinamiche di controllo dei confini. Lampedusa entra nel focus mediatico e si trasforma nell’isola delle migrazioni.
La documentazione archeologica dei resti che dal mare giungono sull’isola e che l’isola stessa produce, in associazione con una ricerca etnografica svolta con la comunità locale, ha permesso di ricostruire parte delle dinamiche dei viaggi migratori. Questi dati hanno contribuito a definire nuove narrazioni, nel tentativo di contrastare la disumanizzazione delle persone in movimento nel Mediterraneo, radicata nel passato coloniale europeo e oggi riattivata da movimenti nazionalistici e razzisti.
La traccia archeologica, spogliata del riflettore mediatico che da anni grava sull’isola, diventa testimonianza parlante, capace di rivelare le connessioni tra dimensione locale e globale e di stimolare una riflessione critica sullo status di frontiera e sulla responsabilità civile dell’archeologia dell’età contemporanea e del presente.
